La musica nei campi di concentramento - 3A

AS 2017/2018
Classe 3A

La musica nella sua pretesa di essere armonia del mondo si trasforma nel suo contrario: diventa contraddizione, complessità, disarmonia nel cuore di un’epoca. E, ultimo paradosso, si trova invischiata, come strumento, nell’inferno dei lager. Anzi, diventa parte integrante della loro organizzazione.  Ma anche in questa realtà, la musica ha una funzione considerevole: sia in forme elementari (voce, canto) sia con strumenti; marce, canzonette, musica ebraica, jazz, opere «proibite»: la vita in questi luoghi di morte è piena di suono.In alcuni lager, per mancanza di strumenti, è il canto che descrive la disperazione e la speranza. In altri, grazie a strumenti recuperati e riparati, si formano delle vere e proprie orchestre, la cui funzione è tra le più varie: scortare i lavoratori a ritmo di marcia, rallegrare l’intervallo della domenica pomeriggio, festeggiare il compleanno dei comandanti del campo. La musica nei campi, prima che esperienza spirituale, rientra nella lotta per la sopravvivenza. Così molti orchestrali sperano di evitare di far parte del successivo contingente di condannati a morte.

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